Un silenzio significativo

17 febbraio 2011 § Lascia un commento


Blogger siriana

Riporto questo articolo di Gennaro Carotenuto letto qui:

La condanna a cinque anni a Damasco di Tal al-Mallouhi, la blogger diciannovenne in carcere da oltre un anno per “intelligenza con gli Stati Uniti” (sic), pur scrivendo soprattutto a favore della causa palestinese, ha meritato al massimo delle brevi da parte dei nostri giornali.
E’ un silenzio, quello dei media italiani, più che imbarazzante e spiegabile solo con insipienza e razzismo. La Siria è un paese importante, meno dell’Iran, ma importante. La Siria di Assad Junior è un paese nemico, del nostro alleato Israele e dell’Occidente ed è uno dei pochi paesi della regione dal quale non si segnalano grandi movimenti politici d’opposizione in queste settimane.
La preoccupante condanna al carcere di una blogger, una studentessa liceale appena maggiorenne, da quasi un anno in isolamento, avrebbe potuto e dovuto raccogliere almeno una parte dell’attenzione ossessiva che i nostri media dedicano alla cubana Yoani Sánchez che, per la cronaca, mai è stata né arrestata né incriminata, né ha dovuto interrompere le pubblicazioni e che, quando è stata (ingenuamente) osteggiata dalla polizia cubana, ha potuto approfittare di megafoni mediatici mondiali.
Qual è la ratio? Yoani Sánchez parla una lingua intellegibile e Tal al-Mallouhi no? Perché la ragazza, oltre che di democrazia in Siria scriveva per la libertà della Palestina? I nostri media sono superati dal risorgimento mediorientale, hanno troppi pochi esperti e fondi e fanno fatica a seguire tutto? Ci sono interessi precisi, tipo quelli di chi finanzia organizzazioni come Reporter senza Frontiere, che vogliono fare di Yoani Sánchez un caso mondiale e semplicemente “se ne fregano” di Tal al-Mallouhi? Di sicuro nessuno ha fatto a gara per pagare traduzioni in tutte le lingue del blog della ragazza siriana che, per quello che può importare ai giornali italiani, nelle galere di Damasco, ci può anche morire.

Sulla blogger in questione c’è poco da dire, in Rete si trova poco e nulla; quel che sappiamo è che è una studente giovane, ha 19 anni e un coraggio che molti si sognano, e scrive a favore della Palestina e di un processo di pace in cui la Siria, il suo Paese, sia coinvolta.

libertà di pensiero, libertà di parola, libertà di scrivere

Non capisco come mai tutto ciò non faccia scalpore come è già successo altre volte; non mi capacito di come mai una ragazza che ha tutto da perdere e, fino ad ora, ha perso tutto non venga portata come esempio dalla stampa e dalla TV per i giovani; mi sorprende che parlare di pace non sia una notizia ”che venda”.
Sia chiaro: qui non si parla di Ruby, puttane o altro: si parla di una ragazza che ingiustamente è stata incarcerata e condannata a 5 anni di reclusione per spionaggio e divulgazione di segreti di stato e di nessuno che parla di lei. Come mai?

Voglio fare un paragone, forse è un po’ improprio ma aiuta a capire la situazione. Fino a qualche settimana fa si parlava di Sakineh, la donna che è stata condannata alla lapidazione per adulterio ed omicidio del marito; in Italia in particolare ne è stato fatto un caso nazionale guidato dalle quote rosa dell’ attuale Governo in nome della libertà e della parità dei sessi. La vicenda è nota a tutti, basta ricordarsela un attimo: Sakineh è stata scelta anche perchè dietro a lei c’è un messaggio politico ben chiaro: mettere sotto una cattiva luce il mondo islamico. Se lei fosse stata cinese probabilmente le cose dal punto di vista mediatico sarebbero andate diversamente, l’ Italia ha degli interessi commerciali verso la Cina. Dunque la storia è alquanto chiara: fare di un avvenimento un caso mediatico utile al ”potere”. Piccola parentesi e provocazione: perché la stessa campagna mediatica non avviene quando c’è una condanna a morte in Cina, USA o Iran?

Nel caso di Tal non ci sono interessi su cui lucrare: lei è dalla parte della pace ma anche della Palestina, nemica di Israele, la quale è alleata degli USA, e i rapporti fra Italia e USA sono esplicati in questo video. Direi che i conti tornano.
La stampa e la TV, in una parola l’ informazione fruibile senza Internet in Italia è controllata e risponde a specifici dettami; la cosa non meravigli, l’ aria che tira non è buona. Questo silenzio è una prova della complicità tra (mala)politica e informazione, un binomio viscerale e pericoloso.

Esprimo la mia più piena solidarietà a Tal al-Mallouhi e ne auspico la liberazione al più presto possibile; invito inoltre i lettori a leggere articoli sul tema della blogger e della libertà di parola, e i blogger a non tacere. Internet è un posto libero, difendiamo la nostra libertà parlando.

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